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segunda-feira, 29 de outubro de 2012
CONTINUA IL SACCHEGGIO DELLE FORESTE IN ZAMBEZIA
NEWS DAL MOZAMBICO
Introduzione di Pietro Guglielmetti
Ormai da 3 anni ho una fitta corrispondenza con Estacios Valoi, giovane giornalista di Maputo.
L’immagine che mi perseguitava quando tre anni fa sono tornato da una vacanza in Mozambico erano gli operai cinesi che costruivano le strade. Al tempo (2009) imponenti cantieri si intervallavano sulla N-1, l’arteria principale del paese che porta uomini e merci dalla capitale al nord del paese. Sulla nostra Toyota Corolla a passo d’uomo osservavo questi caterpillar sradicare la vegetazione e smuovere la terra rossa per allargare la strada. Una volta rientrato ho rielaborato i frammenti del viaggio e mi sono documentato, in questo modo ho incontrato Estacios.
Come molti altri stati africani il Mozambico ha un passato postcoloniale turbolento, dopo anni di assestamento e pacificazione sociale, oggi si presenta con un’economia in crescita verticale e un PIL che attira gli investimenti di molti paesi occidentali (per quanto io consideri il PIL uno dei peggiori indicatori per capire lo stato reale di un paese).
Una struttura statale debole che fatica a controllare il territorio nei singoli distretti, varie amministrazioni permeate da una costante corruzione a tutti i livelli, fanno del Mozambico una preda ambita per gli investimenti di nazioni che hanno una grossa liquidità e la capacità di trattare mettendo sul piatto oltre che la tecnologia anche una manodopera propria a costi irrisori, la Cina appunto. Alla Cina fondamentalmente servono terra e materie prime, il Mozambico ha la caratteristica di essere una nazione ampia e poco popolosa, infatti ha una superficie di più di 800 mila km quadrati con una densità di 23 persone al km quasi tutte concentrate nel sud del paese, tuttavia le aree rurali non sono disabitate e la fame di terra provoca la riduzione delle risorse naturali.
Estacios in questi ani si è occupato soprattutto dei legami fra la politica e le compagnie del legno che lavorano nel nord del paese. In questo articolo/intervista prova a confrontare la situazione reale con le parole concilianti di Tomas Bastique, capo dei servizi forestali e faunistici della provincia di Zambesia.
CONTINUA IL SACCHEGGIO DELLE FORESTE IN ZAMBEZIA
Testo e foto: Estacios Valoi (20/09/2012)
Continua il saccheggio delle foreste in Zambesia (ndr. Nord del Mozambico) da parte di aziende che si servono di taglialegna illegali in modo da non dover pagare le multe contestate da parte di SFFB (Servizio Provinciale delle Foreste e della Fauna).
La maggior parte delle multe contestate sono dovute alla differenza fra il volume di legna caricato sul camion e il volume di taglio dichiarato, altre multe vengono fatte a chi tenta di corrompere gli agenti che vigilano sul taglio e sul trasporto del legname.
Da metà agosto, la Green Timeber e altre società sono state multate e hanno dovuto pagare somme considerevoli. Tuttavia Tomas Bastique il capo dei servizi forestali e faunistici della provincia di Zambesia cerca di minimizzare gli effetti della deforestazione.
I Reati
“Nei primi sei mesi di quest’anno abbiamo contestato 47 multe in seguito all’accertamento di numerose infrazioni, le più comuni sono gli errori di compilazione delle schede di taglio e trasporto del legname. Tenendo conto che alcuni operatori sono nuovi abbiamo dovuto fare un’attività educativa per insegnare ai loro addetti a compilare queste schede, quando però abbiamo notato una persistenza dell’errore siamo stati costretti a multare gli operatori per un valore di circa sei milioni di meticais (ndr: 160 mila euro).
Per problemi tecnici la maggior parte degli operatori non riesce a calcolare il volume effettivo di legno sul campo quindi, una volta che lo caricano sui camion finiscono per sottostimarne il volume, in questo modo il volume di taglio autorizzato viene sempre superato. Inoltre i tronchi trasportati devono essere opportunamente contrassegnati con l’inchiostro e non con il gesso, le piante che vengono tagliate devono avere un diametro non inferiore a quello indicato per le diverse specie. Ad esempio il diametro minimo dell’Umbila è 40 cm, del Pau Ferro 30 cm, Chamfuta 50 cm, Jambire 40 cm.”
È un dato di fatto confermato dalle nostre indagini che il legno trasportato spesso non rispetta le misure stabilite dal SFFB, spesso si tratta di tronchi provenienti da concessioni vicine a quelle autorizzate. Ad esempio l'incidente che si è verificato nel distretto di Gile tra l'impresa Green Timber e la Momade Issufo che tagliavano sulla stessa area, si è concluso con l’intervento della polizia. Inoltre nonostante l’aumento dei controlli si continua a registrare la presenza di numerosi taglialegna illegali nella provincia.
Dobbiamo sottolineare che la maggior parte delle aziende che infrangono le leggi in modo sistematico operano da oltre cinque anni e questo contraddice completamente le affermazioni del capo della SFFBZ.
Il problema è che, nonostante sia l’importo che il numero effettivo delle ammende sia aumentato, il costo per l’azienda rimane irrisorio rispetto al prezzo di vendita del legno sui mercati internazionali, per questo, a mio avviso, le multe sono destinate ad avere una scarsa azione intimidatrice. Così si continua a tagliare e trasportare legname falsificando documenti e corrompendo le autorità. Per capire il paradosso basta dire che sul mercato internazionale il prezzo di riferimento di un m3 di legna è di circa 600 €, il prezzo reale varia a seconda della specie e dalla quantità acquistata dal cliente. Ad esempio in loco un m3 di pau ferro viene venduto a 200-300 €
Durante l’indagine sul caso della Green Timber e della Momade Issufo ci è stato detto che Green Timber ancora una volta è stata scoperta dagli ispettori di Mulevala a trasportare volumi di legna in eccesso sui loro camion.
“C'è stato un errore di interpretazione da parte dei loro operatori, il problema in realtà risaliva a due anni fa, ma ora hanno migliorato la loro base di dati e anche le loro aree di taglio sono state delimitate. Qui ho i dati registrati, inoltre hanno promesso di fornire tutte le informazioni necessarie ad agevolare il nostro lavoro. Sottolineo inoltre che abbiamo migliorato la nostra base di dati, e che tutte le aree sono state registrate e delimitate. Siamo stati sul terreno con gli operatori forestali per verificare con ciascuno i limiti delle aree di lavoro. Abbiamo anche obbligato gli operatori a mettere un cartello per mostrare dove inizia e dove finisce l'area di pertinenza.”
Le nuove multe
"Stiamo lavorando con il nuovo il decreto attuativo 76 del 30 dicembre 2011 art. 41 che aggiorna i valori delle multe. Le multe erano comprese tra 270 e 2700 €. Attualmente sono aumentate e vanno da 2700 a 27000 €. Per chi viene scoperto a lavorare senza una regolare licenza, prima la multa era di 1000 euro, ora è di circa 13 mila euro. Ciò significa che quando troviamo una persona che trasporta legname la cui origine non è dimostrabile, vengono fatte delle stime sul volume trasportato e in base a queste vengono sanzionate in modo adeguato le infrazioni.
Le infrazioni purtroppo avvengono nella maggior parte dei casi da parte dei concessionari forestali di lunga data.
"Ci sono diversi tipi di reati: il taglio è praticato da persone prive di una regolare licenza, oppure un operatore regolarmente autorizzato può commettere degli errori tagliando alberi con un diametro inferiore a quello consentito, o ancora, le schede di taglio e trasporto possono essere compilate male e contengono volumi di legna errati di solito maggiori di quelli autorizzati."
In Zambezia ci sono attualmente circa 50 concessioni di taglio con licenza di esercizio di dimensioni tra 5 e 20 mila ettari che sono state approvate a livello provinciale, mentre quelle di dimensioni maggiori devono essere approvate dal Ministero dell'agricoltura attraverso il Consiglio dei Ministri. Le concessioni di maggiori dimensioni vengono rilasciate con il presupposto di creare industrie a livello locale da parte dei concessionari della licenza, tuttavia di norma nessuno si attiene a questa direttiva violando apertamente queste disposizioni e di questo SFFB è al corrente.
"E 'importante sottolineare che la finalità del governo è quella di promuovere concessioni forestali a scapito delle licenze semplici. Il primo requisito per ottenere la licenza è possedere un piano di gestione industriale. La maggior parte delle imprese che operano in Zambesia hanno le loro industrie e svolgono le attività di taglio a Nampula e Sofala, dove portano la materia prima, è chiaro, siamo nello stesso paese ma cerchiamo di costringere le imprese forestali ad installare altre industrie in questa provincia.”
A Sofalae e a Nampula, a causa dello scarso sviluppo delle industrie di anacardi, il settore forestale tenta di mantenere la legge che e facilita l'uscita dei tronchi non lavorati dalla Zambesia con la connivenza di qualche controllore che, dietro il pagamento di di 5000 Meticais (circa 120 €), acconsente il passaggio illecito dei camion dalla Zambezia al porto di Nacala. E le 78 multe contestate sono irrisorie se consideriamo che la superficie controllata è immensa. Finché questo “sport” resterà redditizio chissà quanti altri ettari di foreste verranno devastati e trasformati in campi di calcio.
"La provincia ha attualmente 58 ispettori forestali. Questo numero è appena stato rafforzato e stiamo lavorando in coordinamento con il fondo di vigilanza dello sviluppo territoriale per la gestione dei terreni forestali nazionali per comperare attrezzature e divise per i nostri ispettori. Il numero delle multe sanzionate non è alto in rapporto alla vastità della provincia, ma credo che qualcosa nel tempo possa migliorare."
Rimboschimento
"Il 50% della superficie della provincia è ricoperta da foreste e il 90% di questa metà è considerata “foresta produttiva” cioè aree che vengono sfruttate per estrazione di legname. Dai dati del nostro inventario possiamo dire che nella provincia circa 4 milioni di ettari di foresta sono da considerare produttivi. La riforestazione è prevista per legge, gli operatori quando pagano la licenza, pagano anche una sovra-tassa pari a circa il 15% della licenza stessa che dovrebbe essere completamente utilizzata per l'attività di rimboschimento dei terreni sfruttati. In questo modo però si finisce per essere nelle mani delle decisioni dello Stato che dovrebbe destinare questi fondi per l’acquisto di vasi e sementi. Nel distretto di Nicoadala abbiamo due vivai in cui si producono specie autoctone come la Chamfuta, lo Jambiri e altre specie esotiche di casuarine ed eucalipto.
In ogni area forestale sfruttata bisognerebbe ripiantare nuovi alberi portando queste foreste in un’ottica di “foresta comunitaria” dove alcuni capi villaggio (ndr: persone con una certa autorità all’interno delle comunità che abitano le aree interessate) possono controllare direttamente la foresta. Ma la nostra azione non si ferma qui, lavoriamo in coordinamento con i nostri operatori, oltre che per individuare i leader della comunità anche per responsabilizzare la comunità nella gestione della foresta. In questo modo l’operatore diventa anche valutatore costantemente accompagnato nella sua attività.”
Un capo, una foresta e il fallimento della politica del governo di Guebuza (ndr: Presidente del Mozambico)
“L'attività di rimboschimento, in particolare per i concessionari è prevista nel piano di gestione, il concessionario non può quindi solo costruire un nuovo impianto ma deve anche gestire la concessione e quindi gestire la riforestazione. Quando si abbatte un albero bisognerebbe sostituirlo. Quello che fa la maggior parte dei nostri concessionari invece limitarsi al controllo dei nuovi impianti che funzionano grazie alle attività di riforestazione che fa lo stato.”
Influenze
Tra le aziende che più spesso calpestano le leggi troviamo la GreenTimber, che a metà agosto nel suo ultimo lavoro fatto nell’amministrazione di Mulevala nel distretto di Île, ha dovuto pagare al SFFBZ 200.000 Meticais (circa 5500 €) per il taglio eccessivo.
Secondo alcune fonti la società agisce con la protezione di esponenti politici mozambicani, come il generale Lídimo Lagos e il defunto Gruveta Bonifacio. Le notizie riportate dai quotidiani nel maggio di quest’anno dicono che nei capannoni di Chanat (società satellite di Green Timber) a Nampula sono stati sequestrati 2500 tronchi e secondo alcune fonti avrebbe dovuto pagare inizialmente una multa di 500.000 Meticais (13500 €) e invece ne ha pagati solo 200 mila (5500 €).
Si fa riferimento al fatto che nel 2011 la Green Timber più volte ha cercato di acquistare le concessioni al figlio del defunto generale Edmund Gruveta, ma ad oggi l'affare guidato da Carla Jacinto sembra sfumato. L'elenco di coloro che sono invischiati in questa storia va dall’ex governatore di Zambezia, all'attuale coinvolgimento di Itai Meque per aver influenzato il traffico di legname e per aver condizionato il processo di acquisizione di alcune concessioni e di altre strutture.
Sono fatti ormai noti gli incontri tra Carla Jacinto, Tina Tsou, Itai Meque, Rafik Vala ex direttore provinciale di SFFBZ e l’ingegnere Antonio Chibite che è stato costretto ad autorizzare una concessione di sfruttamento forestale in regime di licenza semplice trasmessa fuori tempo limite. Dal loro ufficio, Rafik Vala e Chibite hanno ricevuto diverse chiamate per garantire gli interessi della Green Timber, e le richieste sono state accolte senza battere ciglio, questi fatti sono testimoniati e confermati dal nostro reportage.
Nello stesso anno durante la presentazione del bilancio per lo sviluppo del governo provinciale della Zambezia, i cui ricavati sono aumentati del 200%, Itai Meque ha presentato alcune relazioni con cui hanno cercato di raggirare addirittura il Presidente della Repubblica Armando Emilio Guebuza. António Chibite quindi è stato usato come capro espiatorio prima dalla folla e poi dal ministro dell’agricoltura Jose Pacheco, l'ex-ingegnere capo dell’SFFBZ nel luglio 2011 è stato quindi rimosso dal suo incarico.
Vedi anche:
http://allafrica.com/stories/201107081479.html
http://valoie.blogspot.it/2012/10/timber-looting-continues-in-zambezia.html
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