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segunda-feira, 29 de outubro de 2012
CONTINUA IL SACCHEGGIO DELLE FORESTE IN ZAMBEZIA
NEWS DAL MOZAMBICO
Introduzione di Pietro Guglielmetti
Ormai da 3 anni ho una fitta corrispondenza con Estacios Valoi, giovane giornalista di Maputo.
L’immagine che mi perseguitava quando tre anni fa sono tornato da una vacanza in Mozambico erano gli operai cinesi che costruivano le strade. Al tempo (2009) imponenti cantieri si intervallavano sulla N-1, l’arteria principale del paese che porta uomini e merci dalla capitale al nord del paese. Sulla nostra Toyota Corolla a passo d’uomo osservavo questi caterpillar sradicare la vegetazione e smuovere la terra rossa per allargare la strada. Una volta rientrato ho rielaborato i frammenti del viaggio e mi sono documentato, in questo modo ho incontrato Estacios.
Come molti altri stati africani il Mozambico ha un passato postcoloniale turbolento, dopo anni di assestamento e pacificazione sociale, oggi si presenta con un’economia in crescita verticale e un PIL che attira gli investimenti di molti paesi occidentali (per quanto io consideri il PIL uno dei peggiori indicatori per capire lo stato reale di un paese).
Una struttura statale debole che fatica a controllare il territorio nei singoli distretti, varie amministrazioni permeate da una costante corruzione a tutti i livelli, fanno del Mozambico una preda ambita per gli investimenti di nazioni che hanno una grossa liquidità e la capacità di trattare mettendo sul piatto oltre che la tecnologia anche una manodopera propria a costi irrisori, la Cina appunto. Alla Cina fondamentalmente servono terra e materie prime, il Mozambico ha la caratteristica di essere una nazione ampia e poco popolosa, infatti ha una superficie di più di 800 mila km quadrati con una densità di 23 persone al km quasi tutte concentrate nel sud del paese, tuttavia le aree rurali non sono disabitate e la fame di terra provoca la riduzione delle risorse naturali.
Estacios in questi ani si è occupato soprattutto dei legami fra la politica e le compagnie del legno che lavorano nel nord del paese. In questo articolo/intervista prova a confrontare la situazione reale con le parole concilianti di Tomas Bastique, capo dei servizi forestali e faunistici della provincia di Zambesia.
CONTINUA IL SACCHEGGIO DELLE FORESTE IN ZAMBEZIA
Testo e foto: Estacios Valoi (20/09/2012)
Continua il saccheggio delle foreste in Zambesia (ndr. Nord del Mozambico) da parte di aziende che si servono di taglialegna illegali in modo da non dover pagare le multe contestate da parte di SFFB (Servizio Provinciale delle Foreste e della Fauna).
La maggior parte delle multe contestate sono dovute alla differenza fra il volume di legna caricato sul camion e il volume di taglio dichiarato, altre multe vengono fatte a chi tenta di corrompere gli agenti che vigilano sul taglio e sul trasporto del legname.
Da metà agosto, la Green Timeber e altre società sono state multate e hanno dovuto pagare somme considerevoli. Tuttavia Tomas Bastique il capo dei servizi forestali e faunistici della provincia di Zambesia cerca di minimizzare gli effetti della deforestazione.
I Reati
“Nei primi sei mesi di quest’anno abbiamo contestato 47 multe in seguito all’accertamento di numerose infrazioni, le più comuni sono gli errori di compilazione delle schede di taglio e trasporto del legname. Tenendo conto che alcuni operatori sono nuovi abbiamo dovuto fare un’attività educativa per insegnare ai loro addetti a compilare queste schede, quando però abbiamo notato una persistenza dell’errore siamo stati costretti a multare gli operatori per un valore di circa sei milioni di meticais (ndr: 160 mila euro).
Per problemi tecnici la maggior parte degli operatori non riesce a calcolare il volume effettivo di legno sul campo quindi, una volta che lo caricano sui camion finiscono per sottostimarne il volume, in questo modo il volume di taglio autorizzato viene sempre superato. Inoltre i tronchi trasportati devono essere opportunamente contrassegnati con l’inchiostro e non con il gesso, le piante che vengono tagliate devono avere un diametro non inferiore a quello indicato per le diverse specie. Ad esempio il diametro minimo dell’Umbila è 40 cm, del Pau Ferro 30 cm, Chamfuta 50 cm, Jambire 40 cm.”
È un dato di fatto confermato dalle nostre indagini che il legno trasportato spesso non rispetta le misure stabilite dal SFFB, spesso si tratta di tronchi provenienti da concessioni vicine a quelle autorizzate. Ad esempio l'incidente che si è verificato nel distretto di Gile tra l'impresa Green Timber e la Momade Issufo che tagliavano sulla stessa area, si è concluso con l’intervento della polizia. Inoltre nonostante l’aumento dei controlli si continua a registrare la presenza di numerosi taglialegna illegali nella provincia.
Dobbiamo sottolineare che la maggior parte delle aziende che infrangono le leggi in modo sistematico operano da oltre cinque anni e questo contraddice completamente le affermazioni del capo della SFFBZ.
Il problema è che, nonostante sia l’importo che il numero effettivo delle ammende sia aumentato, il costo per l’azienda rimane irrisorio rispetto al prezzo di vendita del legno sui mercati internazionali, per questo, a mio avviso, le multe sono destinate ad avere una scarsa azione intimidatrice. Così si continua a tagliare e trasportare legname falsificando documenti e corrompendo le autorità. Per capire il paradosso basta dire che sul mercato internazionale il prezzo di riferimento di un m3 di legna è di circa 600 €, il prezzo reale varia a seconda della specie e dalla quantità acquistata dal cliente. Ad esempio in loco un m3 di pau ferro viene venduto a 200-300 €
Durante l’indagine sul caso della Green Timber e della Momade Issufo ci è stato detto che Green Timber ancora una volta è stata scoperta dagli ispettori di Mulevala a trasportare volumi di legna in eccesso sui loro camion.
“C'è stato un errore di interpretazione da parte dei loro operatori, il problema in realtà risaliva a due anni fa, ma ora hanno migliorato la loro base di dati e anche le loro aree di taglio sono state delimitate. Qui ho i dati registrati, inoltre hanno promesso di fornire tutte le informazioni necessarie ad agevolare il nostro lavoro. Sottolineo inoltre che abbiamo migliorato la nostra base di dati, e che tutte le aree sono state registrate e delimitate. Siamo stati sul terreno con gli operatori forestali per verificare con ciascuno i limiti delle aree di lavoro. Abbiamo anche obbligato gli operatori a mettere un cartello per mostrare dove inizia e dove finisce l'area di pertinenza.”
Le nuove multe
"Stiamo lavorando con il nuovo il decreto attuativo 76 del 30 dicembre 2011 art. 41 che aggiorna i valori delle multe. Le multe erano comprese tra 270 e 2700 €. Attualmente sono aumentate e vanno da 2700 a 27000 €. Per chi viene scoperto a lavorare senza una regolare licenza, prima la multa era di 1000 euro, ora è di circa 13 mila euro. Ciò significa che quando troviamo una persona che trasporta legname la cui origine non è dimostrabile, vengono fatte delle stime sul volume trasportato e in base a queste vengono sanzionate in modo adeguato le infrazioni.
Le infrazioni purtroppo avvengono nella maggior parte dei casi da parte dei concessionari forestali di lunga data.
"Ci sono diversi tipi di reati: il taglio è praticato da persone prive di una regolare licenza, oppure un operatore regolarmente autorizzato può commettere degli errori tagliando alberi con un diametro inferiore a quello consentito, o ancora, le schede di taglio e trasporto possono essere compilate male e contengono volumi di legna errati di solito maggiori di quelli autorizzati."
In Zambezia ci sono attualmente circa 50 concessioni di taglio con licenza di esercizio di dimensioni tra 5 e 20 mila ettari che sono state approvate a livello provinciale, mentre quelle di dimensioni maggiori devono essere approvate dal Ministero dell'agricoltura attraverso il Consiglio dei Ministri. Le concessioni di maggiori dimensioni vengono rilasciate con il presupposto di creare industrie a livello locale da parte dei concessionari della licenza, tuttavia di norma nessuno si attiene a questa direttiva violando apertamente queste disposizioni e di questo SFFB è al corrente.
"E 'importante sottolineare che la finalità del governo è quella di promuovere concessioni forestali a scapito delle licenze semplici. Il primo requisito per ottenere la licenza è possedere un piano di gestione industriale. La maggior parte delle imprese che operano in Zambesia hanno le loro industrie e svolgono le attività di taglio a Nampula e Sofala, dove portano la materia prima, è chiaro, siamo nello stesso paese ma cerchiamo di costringere le imprese forestali ad installare altre industrie in questa provincia.”
A Sofalae e a Nampula, a causa dello scarso sviluppo delle industrie di anacardi, il settore forestale tenta di mantenere la legge che e facilita l'uscita dei tronchi non lavorati dalla Zambesia con la connivenza di qualche controllore che, dietro il pagamento di di 5000 Meticais (circa 120 €), acconsente il passaggio illecito dei camion dalla Zambezia al porto di Nacala. E le 78 multe contestate sono irrisorie se consideriamo che la superficie controllata è immensa. Finché questo “sport” resterà redditizio chissà quanti altri ettari di foreste verranno devastati e trasformati in campi di calcio.
"La provincia ha attualmente 58 ispettori forestali. Questo numero è appena stato rafforzato e stiamo lavorando in coordinamento con il fondo di vigilanza dello sviluppo territoriale per la gestione dei terreni forestali nazionali per comperare attrezzature e divise per i nostri ispettori. Il numero delle multe sanzionate non è alto in rapporto alla vastità della provincia, ma credo che qualcosa nel tempo possa migliorare."
Rimboschimento
"Il 50% della superficie della provincia è ricoperta da foreste e il 90% di questa metà è considerata “foresta produttiva” cioè aree che vengono sfruttate per estrazione di legname. Dai dati del nostro inventario possiamo dire che nella provincia circa 4 milioni di ettari di foresta sono da considerare produttivi. La riforestazione è prevista per legge, gli operatori quando pagano la licenza, pagano anche una sovra-tassa pari a circa il 15% della licenza stessa che dovrebbe essere completamente utilizzata per l'attività di rimboschimento dei terreni sfruttati. In questo modo però si finisce per essere nelle mani delle decisioni dello Stato che dovrebbe destinare questi fondi per l’acquisto di vasi e sementi. Nel distretto di Nicoadala abbiamo due vivai in cui si producono specie autoctone come la Chamfuta, lo Jambiri e altre specie esotiche di casuarine ed eucalipto.
In ogni area forestale sfruttata bisognerebbe ripiantare nuovi alberi portando queste foreste in un’ottica di “foresta comunitaria” dove alcuni capi villaggio (ndr: persone con una certa autorità all’interno delle comunità che abitano le aree interessate) possono controllare direttamente la foresta. Ma la nostra azione non si ferma qui, lavoriamo in coordinamento con i nostri operatori, oltre che per individuare i leader della comunità anche per responsabilizzare la comunità nella gestione della foresta. In questo modo l’operatore diventa anche valutatore costantemente accompagnato nella sua attività.”
Un capo, una foresta e il fallimento della politica del governo di Guebuza (ndr: Presidente del Mozambico)
“L'attività di rimboschimento, in particolare per i concessionari è prevista nel piano di gestione, il concessionario non può quindi solo costruire un nuovo impianto ma deve anche gestire la concessione e quindi gestire la riforestazione. Quando si abbatte un albero bisognerebbe sostituirlo. Quello che fa la maggior parte dei nostri concessionari invece limitarsi al controllo dei nuovi impianti che funzionano grazie alle attività di riforestazione che fa lo stato.”
Influenze
Tra le aziende che più spesso calpestano le leggi troviamo la GreenTimber, che a metà agosto nel suo ultimo lavoro fatto nell’amministrazione di Mulevala nel distretto di Île, ha dovuto pagare al SFFBZ 200.000 Meticais (circa 5500 €) per il taglio eccessivo.
Secondo alcune fonti la società agisce con la protezione di esponenti politici mozambicani, come il generale Lídimo Lagos e il defunto Gruveta Bonifacio. Le notizie riportate dai quotidiani nel maggio di quest’anno dicono che nei capannoni di Chanat (società satellite di Green Timber) a Nampula sono stati sequestrati 2500 tronchi e secondo alcune fonti avrebbe dovuto pagare inizialmente una multa di 500.000 Meticais (13500 €) e invece ne ha pagati solo 200 mila (5500 €).
Si fa riferimento al fatto che nel 2011 la Green Timber più volte ha cercato di acquistare le concessioni al figlio del defunto generale Edmund Gruveta, ma ad oggi l'affare guidato da Carla Jacinto sembra sfumato. L'elenco di coloro che sono invischiati in questa storia va dall’ex governatore di Zambezia, all'attuale coinvolgimento di Itai Meque per aver influenzato il traffico di legname e per aver condizionato il processo di acquisizione di alcune concessioni e di altre strutture.
Sono fatti ormai noti gli incontri tra Carla Jacinto, Tina Tsou, Itai Meque, Rafik Vala ex direttore provinciale di SFFBZ e l’ingegnere Antonio Chibite che è stato costretto ad autorizzare una concessione di sfruttamento forestale in regime di licenza semplice trasmessa fuori tempo limite. Dal loro ufficio, Rafik Vala e Chibite hanno ricevuto diverse chiamate per garantire gli interessi della Green Timber, e le richieste sono state accolte senza battere ciglio, questi fatti sono testimoniati e confermati dal nostro reportage.
Nello stesso anno durante la presentazione del bilancio per lo sviluppo del governo provinciale della Zambezia, i cui ricavati sono aumentati del 200%, Itai Meque ha presentato alcune relazioni con cui hanno cercato di raggirare addirittura il Presidente della Repubblica Armando Emilio Guebuza. António Chibite quindi è stato usato come capro espiatorio prima dalla folla e poi dal ministro dell’agricoltura Jose Pacheco, l'ex-ingegnere capo dell’SFFBZ nel luglio 2011 è stato quindi rimosso dal suo incarico.
Vedi anche:
http://allafrica.com/stories/201107081479.html
http://valoie.blogspot.it/2012/10/timber-looting-continues-in-zambezia.html
domingo, 21 de outubro de 2012
Entrevista com o Presidente do Municipio de Pemba-Cabo Delgado
A cidade de pemba actualmente com 146 mil habitantes completa a 18 do corrente mês 54 anos de existência e, sobre o estágio daquela urbe conversamos com o presidente do conselho municipal Tagir Assimo Carimo na praia do Wimbe.
Texto e fotos: Estacios Valoi
18/10/12
“Estamos aqui efectivamente para fazer o lançamento do dia da cidade de pemba e é aqui que nós vamos divulgar a nossa potencialidade cultural”.
Na liderança do município desde Dezembro ultimo em resultado das eleições intercalares aqui, em Cuamba e Quelimane que balanco em termos de realizações no município?
Tagir- Fui eleito já no dia 7 de dezembro do ano transacto. Fazemos um balanco positivo mas cheio de desafios. Ex: A questão do saneamento do meio, melhoramento de infra estruturas, refiro me as estradas ao nível da zona urbana e peri urbana. Estes são os grandes desafios mas sem deixar de lado a problemática da água.
Nós temos dito que a solução para os problemas da água na nossa cidade passa necessariamente pela construção de uma barragem e não através de furos no “ponto A” forma que agora estamos a abastecer a nossa cidade; Esta provado que Pemba esta cada vez mais a crescer e efectivamente temos que começar a pensar na hipótese de uma barragem para abastecer a nossa cidade.
Ev- De que barragem esta a falar, é um sonho ou pelo menos já esta no papel?
Tagir-Já esta a falar da barragem mas para daqui a 5/6 anos, promover um estudo pormenorizado que nos possa dizer quais são os custos. Temos duas hipóteses fazer a barragem a partir do Rio Lúrio ou do Megaruma. Efetivamente temos de uma vez por todas fazer um estudo e só a partir dai é que podemos ter uma base de decisão um desafio que temos que abraçar.
EV -Custo! Durante o congresso do partido Frelimo do qual faz parte, foram feitos remendos nas estradas, maior troço com menos de sem metros próximo do Pemba Beach Hotel, montaram se contentores de lixo...contudo vemos esses mesmos contentores cheios de lixo e muito tempo para a sua remoção o que cria um cheiro nauseabundo. Que se passa?
Tagir -Não sabe se tem a inforamacao verdadeira quando diz que não se remove. No terreno estamos a constatar que os contentores estão a ser removidos e se isso não acontece a situação é calamitosa. Estamos a trabalhar com um camião porta contentores para os 17 adquiridos, por coincidência na altura do congresso. Por questões
Administrativa é preciso lançar um concurso público, leva o seu tempo, o processo tem que ir para o tribunal administrativo ser avaliado...uma feliz coincidência, na altura do congresso os contentores ca estiveram. Temos nesta altura a capacidade de aproximadamente 22 contentores de 6m3 e mais seis de 3m3. Mas a nossa decisão é que temos que potenciar os contentores de grande capacidade porque os custos de operação de um contentor pequenino e de um grande são os mesmos.
Com relação as estradas, a situação é a mesma, nós lançamos um concurso na primeira fase, concorreram mais empresas locais mas na altura em que abrimos o concurso fomos descobrir que involuntariamente tínhamos omitido alguns dados, fomos aconselhados pelo tribunal administrativo a repetir, na altura do congresso tivemos as obras a iniciarem, e, é um plano que esta inserido dentro das actividades de 2012 para o município.
EV-Para além de estar na liderança do municipio, vive em Pemba faz bastante tempo. Estamos aqui na praia do Wimbe e temos a estrada de terra batida que da continuidade a marginal acima até ao farol distribuindo poeira por todos os lados um atentado a saúde pública, buracos.vai pedindo uma intervenção faz décadas?
Tagir -Eu não diria só esta estrada, a zona baixa, aquela estrada tem 54 anos, a idade da cidade, com todos os remendos feitos já reclama por uma reabilitação de raiz. O que nós fizemos, a semelhança do sonho da barragem foi uma avaliação em termos de orçamento para reabilitar todas as estradas incluindo esta a qual agora me refiro e, precisamos de aproximadamente 100.000 meticais para por todas as estradas em dia a partir da zona urbana, peri urbana e dividimos em classe.
Tem umas que poderemos por Pave como aquela que passa por Banguia, aquela que é a Josina Machel, mesmo até rua do comércio, outras tem que definitivamente ser através do alcatrão.
Dividimos também para facilitar-nos nos contactos com os diversos parceiros para além do governo central de onde nós temos tido fundos anualmente cerca de 9.000.000 meticais do fundo de estradas, em termos de receitas próprias o conselho municipal de Pemba ainda não tem a robustez necessária para podermos arcar com um projecto destes.
EV- Saneamento praticamente inexistente. Exemplo do Bairro Paquetiquete abandonado a sua sorte faz decadas, pessoas que vivem nas barreiras, fecalismo a céu aberto pela costa. Como solucionar esta problemática?
Tagir - De facto, a questão de Paquitiquete para qualquer gestor que for o gestor de Pemba, primeiro Paquitiquete é o primeiro bairro, é por ali onde Pemba começou e as pessoas ao longo do tempo em vez de imigrarem para a zona alta foram efectivamente ocupando todo o espaço e, neste momento estamos numa situação em que Paquitiquete esta completamente abarrotado, a rebentar pelas costuras. Não se podem fazer mais construções naquele local; A dez anos atras o próprio Conselho Municipal já tinha emitido uma ordem para não se construir mais nada no bairro Paquitiquete. Uma coisa é ordem e a outra é o que se faz na prática.
EV- Qual era ou é a alternância para Paquitiquete?
Tagir - Havia sim. Wimbe expansão 1’havia sido desenhado justamente para responder a questão de Paquitiquete, as pessoas foram para la viram os terrenos e pensaram que era muito longe. Provavelmente poderíamos ter dado um pouco mais, criar um pouco mais de infraestruturas, mas estas não se criam de noite para o dia, é preciso buscar investimentos,
Engenharia para que tenhamos escolas, mercados, hospitais ...mais perto das populações.
O que o município tem feito é construir alguns sanitários, não são suficientes e, ainda não temos a colaboração que gostaríamos de ter por parte dos munícipes em termos de utilização porque preferem não usar o sanitário, não sei o motivo.
EV -Até aqui nas suas respostas faz referência a questão da falta de capital e neste caso especifico dinheiro. É presidente do município de Pemba, membro do partido Frelimo. Durante o congresso, milhões de dólares gastos, munícipes membros do partido apareceram com contribuições astronómicas. Porque é que isso não acontece para com o município?
Tagir-Municipio é uma coisa totalmente diferente do partido. Frelimo é uma organização política que persegue seus objetivos claros a única forma de realizamos o congresso é a partir das nossas contribuições, cada um de nós tem que pagar as suas cotas, obrigatoriedade, são aquelas contribuições avultadas que teve, a Frelimo é um partido sobejamente conhecido, um partido grande.
Porque é não se faz no município é que nós temos um sistema financeiro desenhado pelo governo e temos onde ir buscar as fontes de receita que já estão definidas, temos o nosso quadro tributário mas também pode haver doações e naturalmente nós a Frelimo se acharmos conveniente que há algum sitio que se pode fazer contribuição e de facto tem havido pode se fazer uma ginástica idêntica mas ainda não se fez porque o conselho municipal tem os eu código tributário, onde ir buscar receitas naturalmente o que nos é exigido é afinar um pouco esta nossa maquina e perseguir aquilo que é a nossa sustentabilidade.
EV -Dificilmente poderia separar o partido Frelimo e a liderança do município. A Frelimo esta na liderança do município de Pemba será falta de vontade politica para galvanizar o município com este tipo de contribuições?
Tagir -Eu penso que não. Note só que nós que somos gestores de instituições públicas como aquela do município, como presidente tenho que servir os membros da Frelimo e de outros partidos políticos que são tantos, então há uma isenção em termos de actuacao, se o partido Frelimo tem que contribuir também poderiam contribuir outros partidos, então isso esta aberto, qualquer um de nós poderá faze-lo.
EV- Aquando da retirada dos presidentes dos conselhos municipais de Quelimane, Pemba e Cuamba pela Frelimo algo mais uma vez já comprovado pelo presidente da Frelimo armando Emílio Aramando Guebuza na apresentação do relatório do comité central do partido que de entre outras alegações para a retirada daqueles Edis constam o a falta de diálogo com os munícipes “havia fraco diálogo com os munícipes, as elevadas abstenções por parte dos próprios membros da Frelimo durante as intercalares”. A quantas esta o município de pemba?
Tagir - Em termos da pergunta concreta que me faz, penso que não sou a pessoa indicada para responder.
EV -Mas hoje a linha do divulgado no relatório apresentado no 10 congresso dialogo saudável?
Tagir -Provavelmente não poderia ser eu como timoneiro principal a falar mas
temos um espaço de diálogo dos munícipes transferimos aquilo que é as sessões normais do conselho municipal do gabinete para os bairros, a maior parte delas e outras ao nível do nosso município la dentro. Abrimos um espaço de diálogo, todas a s3 feiras que é o dia das audiências e temos recebido inúmeras opiniões, sugestões para o melhoramento daquilo que são os nossos planos em relação a gestão do próprio município.
EV- Olhando para o presidente da república Armado Emílio Guebuza em 3D, desintegrar, desestabilizar e desmontar, desde a retirada dos presidentes municipais, ministros, governadores..vem as eleições autárquicas, gerais e, nas autarquias número considerável de membros do vosso partido não votou. Preparados?
Tagir - Isso continua a ser um desafio, não ‘só do partido Frelimo, naturalmente sendo este grande que tem a responsabilidade de dirigir este país tem a reflexão de toda a sociedade civil e nós temos que fazer e nos perguntarmos porque é que há abstenções. Provavelmente ou porque as pessoas perdem interesse de participar neste acto nao sentem que o seu voto provavelmente resolva um maior e outra questão. Mas como disse são apenas hipóteses que estou a dar. Como Frelimo sempre concorremos as eleições e em peso porque tem quadros e nao vai ser exceção em 2013 nas autarquias assim como nas gerais em 2014.
EV- O Bairro de Muxara que acolheu o congresso e hoje apenas ficou la o aranha céu no meio do gueto enquanto o bairro reclama da água, uma escolinha apenas, que visitei, nas mesmas condições drásticas do antes do 10 congresso?
Tagir - Não sabe se eu concordaria dizer que de facto estamos numa situação drástica. É Muxara saiu do anonimato, Muxara, Pemba, Cabo Delgado acabou ganhando. Muxara sempre teve.
Ev- Muxara não tem praticamente nada em termos de desenvolvimento social...o que tem de facto?
Tagir -Muxara há de ter. Lembre-se e que Muxara é definido como polo de desenvolvimento industrial. Temos la as grandes indústrias que vão para lá. Neste preciso momento podemos dar o exemplo da Serve Trade que esta lá, a Anadarko esta lá e esse grande desenho que estamos a fazer sobre o nosso plano diretório apontamos Muxara como polo de desenvolvimento industrial. Temos o complexo do 10 congresso, seguramente que nós internamente dentro do partido vamos saber como gerir, há muita outra hipótese, ideias mas porque a Frelimo trabalha na base de concessões de certeza há-de ver e vai ficar satisfeito com aquilo que vai acontecer com as instalações que temos em Muxara.
EV -Nessa expansão industrial a que se refere, no bairro Muxara há “ conflitos de terra, as pessoas reclamam que vão ficar sem terra, coagidos a vender as suas terras, chegam ca pessoas e pagam muito dinheiro e com o envolvimento de algumas pessoas do conselho municipal envolvidas “nesse turbilhão. Que medidas?
Tagir - Esse é um desafio que temos. Há que concordar que de facto há uma venda desenfreada de algumas infraestruturas que são machambas e as pessoas passam para as grandes empresas que dão ao pacato munícipe valores que nunca teve acesso em toda a sua vida mas nós temos mantido diálogo com as populações para efetivamente pautar por aquilo que é cidadania.
Em Muxara nós agora estamos a fazer um trabalho de atribuição de DUATs aos munícipes e ai temos os encorajado para permanecerem nas suas terras, que não embalem por causa de algum dinheiro e terem de abandonar as suas casa e deixar que la se faca alguma coisa. De certeza que algo que não se pode resolver em pouco termo mas nos remete para que todos nós possamos reflectir sobre o assunto sob pena de daqui a algum tempo não termos sítio para habitar.
EV - Agentes económicos, expansão industrial em Pemba que falta até uma sapataria!?
Tagir-exactamente. É um desafio que eu tenho dito. Pemba é um aterra de oportunidades e qualquer que seja o negocio bem pensado vai colar, mais hotéis, shopping centre, uma empresa de prestação de serviços diverso e vários porque estamos a crescer. Antes não havia muito interesse, dizer que esses desenvolvimento o “boom “que nós vimos é uma coisa de aproximadamente 6/7 anos porque as pessoas antes não investiam em pemba porque não havia energia.
Tínhamos um grupo de geradores que em 2005 ardeu e ai as coisas ficaram complicadas, felizmente temos a rede nacional de abastecimento de energia e agora as pessoas têm outro revejo não querem apostar muito ainda porque ainda temos problemas de abastecimento de água e todos estes são desafios que se apresentam em cada etapa. Quem esteve em pemba a dez anos atras hoje Sinceramente se vier para ca vai ver que esta mudado. Temos os empresários que são locais que tem feito das tripas coração para manter a nossa cidade, província, pais para frente. São coisa que temos que contar porque são as que hoje existem.
terça-feira, 16 de outubro de 2012
Armando Inroga defende politica em 3D de Armando Guebuza
Estacios valoi
Texto e fotos:
11/10/12
Dias antes do verão escaldante de Muxara em Pemba Cabo Delgado na corrida a 3D, desintegrar, desestabilizar e desmontar do presidente Armando Emílio Guebuza na corrida ao controlo dos recursos, a margem do encontro do centro de promoção de investimentos CPI e CTA realizado no Pemba Beach Hotel a nossa reportagem conversou com Armando Enroga Vice-Ministro da Industria e comercio e trouxe a de cima alguns substratos de alguns académicos da praça e não só.
O encontro tinha como ponto fulcral a instalação de uma delegação do CPI com o intuito de desenvolver a indústria, comercio naquela parcela do país que todavia não tem sequer uma sapataria.
Segundo o Inroga “o país tem igual dimensão e importância. Nós pretendemos desenvolver projectos parte integrante e inclusivos da discussão em relação onde os projectos estão a ser desenvolvidos. Neste caso especifico a CTA e o CPI tendo em vista que vai ser inaugurada uma delegação do CPI em Pemba acharam por bem chamar a comunidade empresarial com apoio e orientação do governo no sentido de se poder dar informação discutir de forma inclusiva e abrangente a possibilidade do desenvolvimento da indústria petroquímica de produção de gás através das pesquisas e descobertas de gás que se registaram na província de cabo delgado mas concretamente em palma e Mocimboa da praia”.
Gás e não agricultura!?
Há aqui duas questões. Uma é as coisas que nós fazemos como governo no âmbito da revolução verde foi a criação e um plano estratégico no sector agrário que sustentasse a concepção da revolução verde e esse plano de desenvolvimento do sector agrário discrimina a nível nacional as regiões agro ecológicas, apontando aquelas as quais o potencial de desenvolvimento agrário permitira uma rápida evolução de Moçambique com défice de produção agrícola nomeadamente de cereais para um pais produtor e exportador regional de cereais, igualmente nessas mesmas regiões as quais o plano de desenvolvimento do sector agrário indica como sendo as regiões propensas ao desenvolvimento da agricultura.
Ainda a agricultura tendo a chuva como fonte de irrigação, assumiu se que seria nessas regiões onde se desenvolveriam silos para a conservação da produção e é nessas regiões que de forma gradual vamos implementar a bolsa de mercadorias de Moçambique para impulsionar a comercialização agrícola nessas regiões e permitir as ligações entre os locais de produção aos mercados de consumo que são nomeadamente os três grandes mercados a nível do pais que são Nampula, Beira e Maputo”.
Inroga apela pela fracassada “revolução verde” e perde se na enxada de cabo curto
“Foi aprovado um plano de acção, nomeadamente fertilizantes e sementes para que se tenha uma agricultura competitiva na qual em 1.2 hectares de terra que é a quantidade de terra e meia que as famílias moçambicanas produzem em agricultura poder ter mais que duas a cinco toneladas de Arroz, milho o mínimo aceitável para ser competitivo e, nós podermos assumir Moçambique como um pais produtor capaz de sustentar a sua população, exportar, tínhamos que ter uma estratégia, um plano de acção orientado para sementes e fertilizantes porque a agricultura não pode ser feita exclusivamente com base em chuva e enxada de cabo curto.
“Acreditamos que tudo será facilmente visível ate 2014 porque a bolsa e mercadorias é um elemento que vai assegurar a comercialização dessa produção que já começou a crescer em 2012, tivemos durante este ano uma relativa estabilidade de nível de preços de produtos alimentares com alguma queda nas principais praças em resultado da combinação entre a agricultura nacional que já consegue produzir e aquilo que é importado para equilibrar o défice da falta de produção nacional”.
Portanto a agricultura a comercialização agrícola, o agro processamento e a industrialização alimentar continuam a ser para o governo os sectores prioritários para o desenvolvimento económico. Temos como desafios assegurar que Moçambique deixe de crescer 7/8% e passe a crescer acima dos dois dígitos por forma que com o crescimento populacional nós tenhamos maior rendimento nas famílias e de forma mais breve possamos reduzir a pobreza “.
O reboque da palestra do Professor Dr. João Mosca a qual a nossa reportagem presenciou em Quelimane na Zambézia e seus estratos em órgãos de informação da praça, incluído o economista moçambicano Dr. Firmino Mucavele…e o nosso périplo pelo país real…
Mosca- “As políticas agrícolas são incoerentes. Estabilidade económica de Moçambique é falsa a nossa economia vive acima das suas capacidades, os doadores querem fazer propaganda com o falso sucesso de Moçambique, os corruptos não investem esse dinheiro no sector produtivo, o estado não pode ser da Frelimo. A Frelimo não é o povo, o povo não é a Frelimo. A produção em Moçambique era melhor nos anos da guerra.” 11 Ministros da agricultura em 32 anos revela instabilidade”.
Na agro-indústria, produzia-se melhor nos anos 80. Por exemplo, chá, copra, algodão, sisal, arroz, carnes, leite, todos esses produtos hoje produz-se menos do que nos anos 80, em tempos da guerra. Então, isso significa que alguma coisa está mal!
Mas também há algumas culturas que temos hoje melhor produção: o milho, a mandioca, gergelim, tabaco, açúcar, tiveram respostas positivas, embora nem todos atingiram os níveis dos meados dos anos 70.
Agricultura é a base de desenvolvimento”, é uma não verdade que se vai verificando há 30 anos! Digo porque, neste momento, a agricultura, cuja dita é a base desenvolvimento, tem apenas um investimento de apenas 4% do Orçamento do Estado. Do investimento total da economia, apenas cerca de 10% é que é para a Agricultura; E, se nós retirarmos dessa percentagem, o algodão, o açúcar, o tabaco, a madeira, o resto que fica nas chamadas culturas alimentares é quase imperceptível. Os preços são permanentemente desfavoráveis aos produtores agrícolas. Os salários no meio rural são, em média, 30% inferior ao salário praticado nos outros sectores da economia”.
Mucavele defende reformas profundas ao sector agrário em Moçambique, com adopção de uma estratégia pragmática e realística capaz de transformar a agricultura de subsistência em comercial.
“Em consequência, nenhuma acção ou política tem sucesso. Se há financiamento de semente, não há financiamento de transporte nem de armazenamento. Se há uma linha férrea, não há agro-processamento. Não há ligação entre a produção, processamento, armazenamento e distribuição”, disse Mucavele.
Por sua vez o Banco Mundial através no seu último relatório sobre o desenvolvimento mundial apresenta serias dúvidas sobre a garantia da agricultura moçambicana na produção de alimentos.
“Em Moçambique, a média das explorações agrícolas é inferior a 1,5 hectares. À medida que diminui a área cultivada face ao tamanho da população, a produção alimentar em volume suficiente torna-se num grande problema, a menos que ocorram alterações tecnológicas que permitam aumentar o rendimento”
Na mesma altura a nossa reportagem questionou ao vice ministro da industria e comercio Armando Inroga sobre a concentração da cúpula governamental em Pemba já vinda em 3D, desintegrar, desestabilizar e desmontar do presidente Armando Emílio Guebuza na corrida ao controlo dos recursos com muitos a procura de um baldinho de gás.
“A tentar por o gás num baldinho evaporaria num instante. Creio que eventualmente que se quererá dizer é que a quantidade de gás pesquisado e descoberto ‘e suficiente para dinamizar projectos os quais a industria petroquímica, a de fertilizantes, de energia poderão ser dinamizadas através do gás que Moçambique tem, quer nas bacias do Rovuma, Zambeze em Sofala, Pande Temane; Neste momento três grandes pólos potenciais de produção de gás que se espera que com novas descobertas nestas bacias possam dinamizar processos novos de desenvolvimento tendem o gás como recurso energético principal”. Sublinhou Inroga.
Contudo tais afirmações para alguns analistas estão desconexas e Mucavele apela pela aposta na agricultura e diz: “70-80 por cento do investimento em recursos minerais é estrangeiro e dos retornos só 20 por cento ficam em Moçambique”. Os recursos minerais) não vão servir para combater a pobreza.
Se fosse por mim, deveríamos desacelerar a exploração dos recursos minerais. Andamos a 200 quilómetros por hora e devíamos andar a 10 por hora. Disseram-me que estou a criar agitação, mas como académico eu penso assim. Sem critérios, qualquer um anuncia a descoberta de recursos minerais ”, “Moçambique vai ficar com buracos e outros vão levar dinheiro”.Na década 70 havia muito carvão no país e os russos e alemães falavam destes fenómenos. Mas agora, qualquer um anuncia as descobertas, o que é perigoso”
Mosca vai mais longe ao afirmar que os “Recursos naturais beneficiam a minorias”A elite não esta interessada em sair da dependência porque beneficia com isso, governantes viajam na classe executiva, doadores viajam na classe económica”
No mais recente Relatório sobre o Desenvolvimento mundial 2013 que analisa o papel do emprego no processo de desenvolvimento dos países põe em causa a geração de empregos da indústria extractiva assim como a capacidade da agricultura moçambicana na produção necessária de alimentos.
“Os investimentos nos sectores extractivos podem representar uma grande fracção do produto interno bruto (PIB) de um país em vias de desenvolvimento e levar a aumentos espectaculares nas receitas das exportações, mas não criam muitos empregos”, diz o BM, no seu Relatório sobre o Desenvolvimento Mundial de 2013, que analisa o papel do emprego no processo de desenvolvimento dos países”.
O BM destaca Moçambique - e o caso do investimento do gigante mineiro anglo-australiano Rio Tinto na mina de carvão de Benga - para ilustrar o reduzido efeito da aposta nas indústrias extractivas no emprego. O investimento na mina de Benga representa 13,6 por cento do PIB moçambicano e emprega na actualidade 150 pessoas, podendo chegar a um máximo de 4.500, no futuro. Recentemente a Rio Tinto disse que vai produzir 20 milhões de toneladas de carvão de coque por ano a partir de 2015.
Inronga disse não perceber os fundamentos do Dr. Firmino Mucavele, João Mosca e uma sociedade indignada com o curso do actual cenário contemporâneo moçambicano. E, com razão mas pela negativa e vitupera.
“Eu não consigo entender esse tipo de abordagem por uma razão simples. Não conheço nenhum dos grandes professores a que se referiu que seja especialista no sector do gás, que a dez, quinze anos tenha estudado a pesquisa, o desenvolvimento de projectos de gás com expectativa de ter emprego em Moçambique.
Tanto eles quanto nós nos surpreendemos com os resultados da pesquisa mas para que houvesse pesquisa era necessário ter a visão estruturante de abrir o pais a empresas que tem esse conhecimento para que elas cá viessem, fizessem a pesquisa e trouxessem hoje os resultados essa pesquisa para de forma integrada, inclusiva desenvolver Moçambique e trazemos a essas pessoas que hoje discutem Moçambique dessa maneira também o espaço suficiente para darem as suas opiniões e, nós como governo tomamos em consideração porque Moçambique é de todos nós e só com a unidade nacional podemos ser participantes nesse processo de desenvolvimento”.
domingo, 7 de outubro de 2012
Timber looting continues in Zambezia
Article and photos: Estacios Valoi
20/09/12
The alarming cases of forest looting in Zambezia are still mostly perpetrated by licensed companies who often have, as their source of supply, illegal exploiters, and who also fail to pay the fines stipulated by the SFFB for infractions of the law.
The majority of fines are related to excessive timber cutting, while the volume loaded on trucks is generally way above the cutoff volume allowed by the agriculture department and also improperly filled in permits in attempt to trick the relevant supervisors.
In the middle of August, the Green Timber company, was confronted with a similar situation and had to pay considerable fines. Throughout all this the chief of the forest and wildlife department in Zambezia Province Tomas Bastique, whilst trying to make light of the situation, loses himself in the timber labryinth.
Infractions
"During the first semester we registered 47 fines that have occurred concerning the following transgressions: improper completion of forms and improperly filled permits. All of this occurs whilst taking into account that our new operators are just starting their paper work. We had a period of educational form filling for operators, but when they continuously fail to fill in the form, they are obliged to pay a fine.
For technical violations that are taking place, most of our operators do not estimate the real volume of timber while loading their goods in the field, and end up registering an underestimate of the volume cut, whilst in fact cutting above the volume that they had been authorized. A transported log has to be visibly marked with ink and not chalk. They also cut below the recommended diameter, which varies by species, with for example, Umbila having a minimum diameter of 40cm, Pau Ferro-30cm, 50cm-Chamfuta an Jambire -40 cm ".
These infractions have been confirmed by our reporting: the timber that is being transported, often contradicts the measurements established by the SFFBZ, whilst also ramsacking neighboring concessions, such as the incident that occurred in the district of Gile between the Green Timber Company and Momade Issufo, a timber explorer. This episode resulted in the intervention of the police and even shots being fired. bullets in the air, with such incidents still occurring in some places within the province.
We should emphasize that most of the companies that violate the forest law have operated in the area for over ten years, with others less than five – a fact that completely refutes the claims of the Chief of the SFFBZ that the "operators cannot estimate or properly calculate the volume of timber in the field, and the recommended diameters ".
The fact is that despite the fines having been updated, increasing the amounts that these companies pay and reducing their profits in relation to the selling price on the international market, thus significantly impacting operators, this has not affected the amount cut. In fact this has resulted in the transportation of more cubic meters, the falsification of more documents or buying more false permits and delaying on paying the required fines for infractions in Mozambique.
The average international market price for a plank of processed timber from Mozambique is "R $ 1,150.00 / M ³. The above price is only a benchmark taken from the Bica Corria species of timber, since each species varies in price by quantity and by the amount purchased per customer, with operators selling a minimum of 10m3. In Mozambique, ironwood from Zambezia ranges from 8 to 12 000 meticais(413.79 usd)."
As part of our reporting, we asked the Chief of the forest agriculture department in the Zambezia province about the aforementioned case involving Green Timber and the Forestry operator Momade Issufo, where once again Green Timber was recently found by inspectors in the post of Mulevala with an excess volume of logs on their trucks. As you will read, he cautiously declined to mention names and locations:
"Well in fact there has been a misinterpretation by our operators - this problem actually happened two years ago. We have already improved our database and our areas are properly inspected. Unfortunately I don’t have the registered data on me, but I promise to work on it and later provide the required information. I just wanted to say that by improving our database, all areas are registered, and we are working with operators together on the ground to indicate to them the limits of each other’s concessions. It is now the obligation of the operator to put a signpost to show where its area begins and ends”.
New rates
"We are working with the new 30th of December decree76/2011, which updates the values of the fines previously established by Article 41 of the forest law, which then ranged from 10 000 to 100 000 meticais(344- 3448USD)
. The new fines ranges from 100 thousand million to 1000 meticais (34 USD) ”
Where for operating without a license, before the figure was 35 000 meticais, it now was increased to 500 thousand MT. This means that when we question a citizen carrying timber who cannot prove their origin, cannot show a proper transit guides and legal permits; we add the value of the product in question to the fine required. For example - if an operator loads about 10 to 40 m3, we increase the fine to 500 000 meticais, plus the value of this product. "
Knocking down the law
"As stated before, there are various types of infringements: cutting is often practiced by unlicensed persons. The authorization process also usually makes mistakes. There is cutting below the recommended diameter, improper filling of the permit or guides, and transporting or holding a volume of timber above the authorized amount."
Zambezia currently has about 50 operating concessions licensed - with more in process and ranging from 5 to 20 thousand hectares, all of which are approved at the provincial level. For concessions of 100ha or more having to be approved by the ministry of agriculture through the council of ministers. The purpose of this process is to mainly create local industries, but in reality this is far beyond being a reality, as with the complicity of the SFFB, violations of the Forest law continue.
"It is important here to note that the institution's aim is to promote forest concessions at the expense of simple licenses. The issue of industrial production and of proper management plans is essential, and is the first requirement for a person to obtain the concession license in a province. In some places there are not many operators who have carried out these requirements. Most timber dealers operating in Zambezia have their processing industries, but also cut in Nampula and Sofala without having the industrial processing facilities in place. We are in fact on the same territory, but processing facilities are monopolized by one province"
If Sofala and Nampula are considered as the same province (which they are not – as processing industrial facilities are mainly located in the province of Zambezia), fact is that by using false provincial processing industries, the aim of the law ends up facilitating the illegal exit of logs with the connivance of some supervisors, who receive bribes of 5000 meticais onwards, allowing the smuggling of timber in trucks from Zambezia to Nacala Harbour. And the number of supervisors (78 in total) is not sufficient to cover an area of about 10 thousand hectares.
"Currently the province has 58 inspectors. This number has just been reinforced. Two weeks ago we received an increase of 20 supervisors. We are working in coordination with the supervisory background in land development and management of national forest land and for the acquisition of facilities and equipment, as well as uniforms so we can properly equip our inspectors. The number of inspector does not meet the necessity of the extension of the province, but we believe that something can improve. "
Reforestation
"For the extension of the area of the province, 50% of the area is covered with forests - this means that half of the province is covered with forests and 90% is the productive forest where the timber comes from. The Province as a whole has about 10 million hectares, 5 million covered in forests and 4 million with productive forest - data from our inventory. "
In terms of this reforestation prescribed by law, the operators pay the license, they are charged a vat tax of about 15%, which is used for the reforestation activity at the discretion of the state, which channels this to buy tree pots and seeds: We have two nurseries for native species in the Nicoadala district where we produce Chanfuta native species, as well as Jambiri and for the exotic species such as eucalyptus, and casuarinas.
In the places where the timber has being extracted new communitarian forests, with new community leaders. But our action does not stop there, we work in coordination with our operators, we identify community leaders to be responsible for the forest and distribute the forest proceeds to the community level.
One leader one forest: The failure policy of Guebuza’s Government
“Our action does not stop on this guidance of a communitarian forest chief - we have real facts of forests already established within a forest plantation, and we keep moving forward. We don’t stop here. The replacement activity, especially for timber dealers, is provided for in its management plan that should make this grant sustainable - thus not only producing processing plants. 'And look at the regrowth.
When a tree is cut down another one grows up, and most of our dealers have to control these new power plants that appear to grow. This also happens in our concessions, and is allied with this replacement activity that the state does.
“Influences”
Among the listed companies not operating by the law, Green Timber, in its recently foray in the Middle of August in the administrative post of Mulevala, Ile district, Zambezia province, had to pay to the SFFBZ 200,000 meticais for an excess of timber cutting, where they once again exceeded 10% of the volume allowed in the license - which is 500 m3 per year.
According to sources the company has the protection of names of the Mozambican political nomenclature, as in the case of General Lídimo Lagos, the late Boniface Gruveta. According to the bulletin of the republic shows that Chanat (affiliated to Green Timber) is owned by Ken Tsou, Tina Tsou and Angela Tsou, with a partner called Carla Jacinto. The company also has concessions in the Niassa province and is now in Angola. They are also in cahoots with some leaders of the political class of Angola. In May of this year, in their shipyards in the province of Nampula, 2500 logs were seized.
According to Sources regarding the case of Mulevala - the company should have paid a fine of 500 000 meticais instead of the 200 000 actually paid.
In 2011 several times the Green Timber company held negotiations in order to buy concessions belonging to the son of the late General Gruveta from his son Edmund Gruveta. But at the time the deal led by Carla Jacinto did not have the desired effect and was eventually abandoned.
But the list of those involved does not only extended to the Former governor of that province, but also falls on the current Itai Meque influence, who peddles in favor of that company in facilitating the process of acquisition of concessions as well as other facilities.
Meetings were held between Carla Jacinto and Tina Tsou Jacinto with the current governor Itai Meque, who in the act of using his influence, made Rafik Vala, the previous provincial director of SFFBZ, order the engineer Antonio Chibite, chief of SFFBZ, to approve a license of simple exploitation.
From the first floor, where Rafik Vala’s office was based, he would call the provincial director of agriculture department in Zambezia, one Chibite, on the lower floor, who was then orders to endorse the company's processes without blinking - facts witnessed and confirmed by our reporting, who were present that time in his office.
In the same year during the presentation of the balance sheet on the development of Zambezia the provincial governor, Itai Meque, claimed his achievements exceeded 200% - this consisted of reports which tried to trick the President of the Republic, Armando Emilio Guebuza. Chibite was then used as a "scapegoat" and was removed from his duties as Chief of SFFBZ during a public appearance, in the presence of the Mozambican agriculture minister Jose Pacheco
Cresce a Pesca em Cabo Delgado
Estacios Valoi
04/10/12
Texto e fotos:
Contrariamente a outras províncias Cabo Delgado com uma costa considerável em termos de produção pesqueira ocupa a quarta posição no ranking nacional no ramo na vertente artesanal concorrendo com as províncias da Zambézia, Sofala e Nampula durante o primeiro semestre obteve uma percentagem de 45% equivalente a 8.600 toneladas.
Apesar da posição que ocupa e a esteira das recomendações da Organização Mundial da Saúde (OMS) que em termos de consumo por pessoa esta acima de 11 quilos esta fasquia todavia não foi alcançada facto reconhecido pelo director provincial das pescas daquela província Carvalho Mário António que apela por uma maior exploração no mar aberto.
Segundo Carvalho o recomendado pela OMS, acima de 11 quilos põe pessoa, em Moçambique, cerca de 18 toneladas e o consumo per capita e últimos resultados situavam se entre 8 a 9 quilos de pescado por pessoa. “Ainda é insuficiente e, Cabo Delgado esta a quem da produção real pelo facto de ainda não aproveitarmos os recursos que estão disponíveis a nível do mar aberto porque a pesca artesanal esta circunscrita dentro das três milhas e as actividades semi-industriais, industriais em diante ainda não temos essa frota desenvolvida.
“Durante o primeiro semestre tivemos uma produção de 8.600 toneladas das 19 mil previstas, cumprimento de 45% o que equivale a um crescimento de 18% relativamente a igual período do ano transacto com uma maior produção no distrito de Macomia com 2.500 toneladas e menor em Mecufe com 56.000.
O que se explora em mar aberto são recursos Pelais ou seja, em constante movimento. O que quer dizer que se nós não pescamos aqui pode ser pescado em qualquer outro lado, então a estratégia do governo é tentar capturar esses recursos acessíveis que durante esse período estão nas nossas águas ou territórios e possamos aproveitar melhor possível”.
“Não há dados científicos que nos possam induzir a concluir que os nossos recursos em mar aberto estão sub explorados e, enquanto este dado não estiver disponível sempre acreditamos na disponibilidade de recursos e promover a pesca em amar aberto através da potenciação dos pescadores artesanais para a pesca semi-industrial através da motorização, promoção de tecnologias de pesca melhoradas, financiamento para a aquisição de embarcações, fundos de maneio para os próprios projectos, também para o desenvolvimento de unidades para processamento e conservação de pescado em terra por via do fundo de desenvolvimento distrital assim como de projectos de investimento externo”.
Facto é que para além dos relatórios a nossa reportagem em conversa com vários pecadores desde Pemba, as Quirimbas, Macomia e por outras paragens desta província do norte, os pescadores artesanais sem motorizacao foram unânimes em afirmar que hoje há pouco peixe e o preço elevado.
“A motorização já esta em curso, tanto mais que a nível nacional foi desenhado um projecto ‘ pro-pesca ‘ cuja implementação inicia este ano que visa fundamentalmente que uma das componentes deste projecto é a motorização dessas embarcações através da motorização de baixo custo, a divulgação de fontes de financiamento para quem estiver interessado em investir na área das pescas a questão a piscicultura.
Nós já temos algumas embarcações motorizadas só que não podemos precisar o número exacto porque a pouco tempo fizemos o senso da pesca artesanal cujo resultado ainda estão em processamento mas, dos dados que dispomos temos mais de 40.
Em vez da motorização de motores com Yamaha que só pela marca a pessoa paga mais, talvez optarmos por vias alternativas a nível nacional temos uma empresa já com reputação no fabrico de motores marítimos.
Nós pensamos que é uma das melhores vias, e, a capacitação dos nossos carpinteiros navais para o fabrico de embarcações melhoradas e também capacitarmos o nosso grupo alvo de gestão de pequenos negócios. Porque muita das vezes a questão não é da disponibilidade de recursos mas a dificuldade na gestão do pouco que temos para podermos ter maior rendimento possível”
Para Isabel Ferreira coordenadora do projecto do grupo de iniciativa global de gestão pesqueira em Pemba a pesca sustentável não é apenas para preservar o mar mas também para melhorar a qualidade de vida das comunidades que no seu dia-a-dia vivem e dependem da pesca
“Nós temos que tomar conta do mar que é um direito público, de todos para podermos amanha ter para os nossos filhos porque se nós não tivermos esta preocupação hoje, amanha não vai haver peixe, dizem alguns cientistas que passaram por aqui. Não ‘e só por dizer que vamos preservar o mar, mas falarmos da pesca sustentável para melhorar a qualidade de vida das comunidades que no seu dia-a-dia vivem e dependem da pesca, sustentabilidade, é exactamente isso”.
Aqui na Baia de Pemba é maioritariamente pesca artesanal, esta sobre uma zona coralina, os corais são os berçários onde o peixe vem depositar os ovos, multiplicam-se. Nós utilizamos a rede mosquiteira e estamos a apanhar tudo, não só os ovos mas também o peixe que ainda não atingiu o estado de maturação, estamos a destruir os corais que são a zona do berçário; os pescadores na tem acesso a barcos motorizados que possam ir para ao mar aberto e ter maior rentabilidade, peixe em maior quantidade, mas não existe capacidade financeira outros.”
Ainda sobre os mecanismos de uma gestão sustentável do produto pesqueiro Mário António disse que o departamento sob sua tutela tem como pano de fundo a capacitação das pessoas envolvidas na área.
Como plano para este ano, uma das acções é a capacitação de 120 pescadores em duas artes, a e cerco e de rede de malhar virada para pesca em mar aberto, a outra que visa as perdas pôs captura. Também planificamos capacitar comerciantes de pescado em técnicas melhoradas de processamento a facilitação do acesso ao crédito formal para cerca de 20 mutuários com o fundo de desenvolvimento distrital, os vulgo 7 milhões e com a colaboração das instituições micro financeiras que tem vindo a trabalhar connosco, como a GAPI, AMAEA e do Fundo de Promoção de pequenas indústrias.
Piscicultura vs impacto em Cabo Delgado
“A nossa acção ainda é incipiente, temos algumas acções nos distritos que consideramos de maior potencialidade para o desenvolvimento desta actividade como os de Namuno, Mueda, Nangade, Muedumbe e Palma e, neste preciso momento estamos na construção de tanques de demonstração para quem estiver interessado em construir o seu, estamos a trabalhar com as comunidades na reabilitação de tanques que foram anteriormente construídos por iniciativa de pessoas, ou intervenção de projectos que por razoes de problemas ligados ao processo de extensão a nível das zonas rurais foram mal construídos.
Estamos a reabilitar, ampliar o tamanho dos tanques e melhorar as técnicas e manuseamento, a aquisição e algum equipamento para os serviços distritais económicas poder fazer o trabalho e assistência das comunidades na abertura dos tanques, também estamos a privilegiar visitas e intercambio e troca de experiencia dos nossos piscicultores com os de outras províncias e neste momento temos um grupo de piscicultores em número de 8 de Namune que estão no distrito de Gurue na província da Zambézia, estamos a fazer um levantamento as necessidades para podermos ter uma unidade de produção de Alvinos ao nível da nossa província para abastecer os nossos piscicultores”.
Palma epicentro da futura produção de gás, movimentação de barcos de grande porte pela baia não poderá isto influenciar num desequilíbrio ecológico…e outras consequências que possam advir deste processo!
Essa é uma pergunta muito difícil de responder mas acho que todo esforço do governo que visa um desenvolvimento integral multiplicidade de actividades, pressupõe que qualquer actividade a ser desenvolvida tem que ser desenvolvida dentro daquilo que é recomendável a nível da legislação ambiental no nosso pais. Significa que ‘e possível existir a coexistência da industrial petrolífera, turismo, pesca desde que se respeitem os princípios da gestão ambiental.
Calcanhar de Aquiles no sector vs fiscalização costeira
“A nível nacional já existe um barco de patrulha que cobre toda a costa e em relação a fiscalização e com a nossa pesca é artesanal estamos a privilegiar a gestão participativa que é feita com o envolvimento das comunidades de forma organizada que criamos, o que nós chamamos de Conselhos Comunitários de Pesca (CCP), capacitamos como gerir os recursos, com fazer a fiscalização, lidar com questões ambientais, artes nocivas, com a migração de pescadores de um lado para o outro.
Como sabe a pesca artesanal é como a agricultura itinerante. Hoje você pesca aqui e amanha lá e assim sucessivamente. Isso depois culmina com um processo de reuniões que nos fazemos que chamamos de fóruns distritais de congestão que são dirigidos pelos governos distritais que em coordenação com os CCPs definem as regras.
Facto é que o barco, a estacão central de fiscalização não é para o uso directo dos CCP a que Carvalho se refere, que talvez fazem a tal fiscalização com recurso a canoas por esta parte, e, recua para a pesca artesanal como se a pesca num todo estivesse isenta de uma fiscalização.
Sim. A nível da pesca artesanal, penso que é possível encontrar alternativas porque é uma pesca circunscrita numa localidade se calhar por causa disso não necessite de altos investimentos para que cada comunidade, distrito, província tenham sua embarcação razão pela qual estamos a priorizar essa gestão participativa, o Parque das Quirimbas tem meios, o grande problema é a capacitação do governo local, descentralização do conhecimento, capacitação de fiscais nos distrito de Nangade, Muedube,
Há Fraquezas na piscicultura devido a falta de meios humanos, matérias, o pescado que é levado além fronteiras, licenciamento da pesca artesanal.
Fracassado projecto do camarão
Segundo vozes cá deste lado o projecto de camarão que a tempos existente “com técnicos sul-americanos nas farm e, na fábrica e nas noites técnicos Indo- Asiáticos, nunca cumpriu metas de produção, mesmo no tempo de Mate alegando roubos de camarão nas farms mesmo com muita segurança, fracassou devido ao envolvimento de algumas pessoas da nomenklatura politica moçambicana como o caso do antigo Governador de Cabo Delgado José Pacheco, Lazaro Mate que queriam ter lá acções, comissões.
“Acho que se refere a Indian Ocean que era uma empresa100% privada sem a comparticipação do governo. A informação que o governo tem é que a empresa faliu por razoes pura e simplesmente de gestão interna e, agora o que o governo esta a fazer é continuar a fazer a prospecção de potências investidores interessados que possam vir a desenvolver aquacultura mesmo que não seja nas mesmas instalações onde a Indian Ocean estava.
Exemplo disso agora tem um projecto comercial em regime experimental de produção de Cobia e Bacalhau em gaiolas aqui ao nível da baia. O governo esta a procura de investidores não só na área da aquacultura assim como da piscicultura mas também para cultivo de algas. Já tivemos uma experiencia boa, já fomos a nível do pais a maior província produtora de algas marinhas, era uma empresa estrangeira das Filipinas que por razoes de reestruturação da empresa de conjuntura internacional económica também acabou fechando as portas”.
Dinheiro, instalações abandonadas pela Indian Ocean
“Sim hoje as instalações estão abandonadas, provavelmente os donos da empresa estejam a pensar na sua revitalização, talvez desenvolvendo a mesma actividade ou encontrando outras alternativas que possam revitalizar a empresa mas por enquanto nós como governo não temos novos dados sobre futuro da empresa, é privada e que foi constituída julgo eu, por tempo indeterminado de acordo com a nossa lei. Agora como projecto de aquacultura é que já não existe, mas como empresa sim”.